
Lo stabilimento termale di Acireale
Ai lettori di questo Giornale non può riuscir nuovo lo Stabilimento di Acireale: ne dicemmo alquante parole al cominciar di quest’anno, così sull’analisi qualitativa e quantitativa di quelle acque, compiuta con lungo studio e con vera maestria dal chiarissimo Prof. Silvestri, come sul novello Stabilimento e su’ felici effetti medicinali ch’erano da attendersi dalle pregevoli acque.
Ed ora ritorniamo su cotesto Stabilimento, ora che già ha funzionato dal maggio al settembre, e che noi stessi abbiam potuto, non che vederlo, sperimentarlo nei quin- dici giorni che vi passammo, tra l’agosto e il settembre, ad usar di quelle acque.
Acireale, la Provincia etnea, l’intera Sicilia devon molto al dovizioso barone Pennisi di Floristella, che, ispirandosi a generoso sentire più che a gretto interesse, ei solo e primo nell’Isola ha levato tale uno Stabilimento, che ben può gareggiare coi migliori di Europa e vi gareggia di fatto, anche pel sontuoso è magnifico Albergo che vi costruiva lì presso, e nel quale nulla manca che riguarda agiatezza di dimora e squisitezza alimentare, l’una e l’altra a prezzi relativamente discreti.
A dir solo dello Stabilimento, l’è un bell’edificio, disegnato da mano maestra (dal prof. Architetto Mariano Falcini), che, quasi incuneato nella sua parte posteriore entro alla durissima lava etnea, guarda col suo prospetto il vicinissimo mare ad oriente. Bene ornato e con lusso, dei suoi quattro piani, i due più bassi van destinati a bagni, e gli altri alla vita compagnevole, con pianoforte, bigliardo, tavolo di lettura. Né vi manca il dilettevol giardino, messo su con buon gusto, dal quale si entra per un gajo vestibolo al primo piano, ch’è il più alto, e che fa via agli altri, a quali si scende per le marmoree scale, o per mezzo d’un bello ingegno che provvede agl’inetti alla locomozione. È ammirevole pur essa quella che diremmo economia e divisione dell’edificio in attenenza al suo scopo, e bene rivela l’occhio esperto e sagace che la governava: di che facciamo le più sincere felicitazioni al Direttore medico dello Stabilimento, dottor Giuseppe Grassi Russo.
Così, il terzo piano, che dalla parte del prospetto va destinato a bagni di prima classe, come il quarto a quei della seconda, ben lumeggiato e ben messo, offre una lunga fila di stanze, di cui ciascuna abba- stanza spaziosa e messa con eleganza, va fornita di uno o due bagni di marmo massiccio, non che di tutto che giovi o abbisogni: finissime e pulite biancherie, termometro, orologio, e sin quel bottoncino, che colla magia dell’elettrico vi dà modo ad aver tosto nella stanza soccorsi e servizio, che del resto vi abbiam trovato degno di lode. E ci ha pure delle stanze destinate all’idroterapia, fornite pur esse de’ molti ingegni che servono ad utilizzar l’acqua in modi diversi. Messo così tra il mare e l’Etna, in mezzo a lussureggianti agrumeti, in quel clima saluberrimo, sagacemente provveduto a dovizia di tutto il bisognevole, lo Stabilimento di Acireale è invidiabile veramente.
Le acque non sono termiche, ma al bagno ne giunge pure una parte, che, per un bel macchinismo che incontra per via lì entro allo Stabilimento, si riscalda, e tanto che basti ad elevar sin dove si voglia la temperatura dell’altra: dei due rubinets, che trovate al bagno, aprendo più l’uno che l’altro, avrete l’acqua alla temperatura che volete. Quest’acqua sorge ad un tre chilometri dallo Stabilimento in una culta campagna, che rammenta la vetusta Sifonia e fu pensiero veramente fecondo il costruire in Aci piuttosto che in quella campagna lo Stabilimento, senza badare alla ingente spesa della condotta dell’acqua, e all’altra non meno rilevante di spianare entro a duri massi il suolo dell’edificio; onde adattarlo al livello delle acque.
La efficacia delle acque, che abbiam potuto argomentare da quanto ci viene ab antico, e che pur ci è rivelata dalle analisi chimiche, non poteva non trovare i migliori suffragi nel fatto della esperienza, già appena iniziata nell’ultima estate. Furon parecchie le centinaia degli ammalati che vi ricorsero. Le malattie cutanee nelle infinite loro specie e varietà trovavan sollievo intero se nel periodo di acuzie, immegliamento notevole se croniche, tra le quali ne notammo parecchie, non estranee all’elemento sifilitico. In genere, là ove basta l’azione di contatto, gli effetti di quelle acque sono immediati e quasi sempre interi.
Delle nervose andaron notati non pochi belli esempi, tra quali taluno assai singolare e di nostra conoscenza. Vi ebbero buoni effetti, il reuma muscolare, l’artritico, il gottoso. Rammentiamo di un signore che venne lì porta- to a braccia per mal di gotta tra pochi giorni immegliava per modo che zoppicava appena: potemmo accorgerci però ch’egli è di quelli che vivono per mangiare, e che quindi il gran bene dei bagni andrà via per la cucina. Non abbiam detto che di quel poco che ci costa; ma ci pare già molto per esprimere la stragrande utilità che può trarre la illuminata terapia dallo Stabilimento di Acireale.
Vogliamo avvertire da ultimo che l’acqua, bevuta da quasi tutti che ricorrevano al bagno, era ben tollerata dal ventricolo; e fu anche notato che se ne avvantaggia l’appetito: ha un sapore niente disgustevole, che pur ti lascia in fine un che di dolce, che rammenta alla lontana quello del latte.
Palermo 14 Dicembre 1873
