

agostino pennisi, Barone di floristella
Agostino Pennisi, Quinto barone di Floristella, nacque il 17 luglio del 1832 da Venerando Salvatore, terzo barone di Floristella, e Rosa Pennisi Cesarò. Dopo avere frequentato l’oratorio dei Padri Filippini di Acireale si iscrisse all’Università di Catania conseguendo la laurea in giurisprudenza. Alla morte del fratello primogenito Angelo, quarto barone di Floristella, Agostino subentro nel titolo nobiliare e nella proprietà dei beni della famiglia rilevanti già dalla fine del Settecento per l’acquisizione di palazzi, terreni, fondi agricoli, partecipazioni azionarie e titoli nobiliari (Floristella e Santa Margherita).
I suoi primi interventi riguardarono l’ammodernamento e la razionalizzazione delle imprese familiari, a cominciare dalla miniera di zolfo Floristella situata a Piazza Armerina, acquisita dalla famiglia, insieme al titolo nobiliare nel 1782. Nella miniera rivoluzionò i metodi di estrazione del minerale e i processi di lavorazione incrementando la commercializzazione dello zolfo. Promosse la costruzione di un tratto di ferrovia utile a collegare il comparto minerario ennese a Catania. Anche alcune raffinerie, poste vicino al porto e alla stazione ferroviaria di Catania, di cui era non solo fornitore ma anche promotore e finanziatore furono oggetto delle sue cure e attenzioni.
Nelle sue vaste proprietà terriere, situate nei territori di Giarre, Riposto, Mascali, Calatabiano, Fiumefreddo, Piedimonte Etneo, Castiglione, Linguaglossa ed altri comuni etnei, operò vaste razionalizzazioni culturali bonificando i fondi per migliorarne la resa ed agevolare le esportazioni ed il commercio dei prodotti agricoli. Selezionò le varietà dei vitigni, delle sementi, delle piantagioni, della produzione agricola. Promosse ed incoraggiò la ricerca e la conduzione delle acque riconvertendo molti vigneti in agrumeti. Creò, in un imponente locale costruito in una sua proprietà vicino alla stazione ferroviaria, il grande Stabilimento Enologico e di Agrumi LA SICILIA, sollecitando la partecipazione al capitale dei più grossi produttori vinicoli di Acireale.
La poliedrica ed instancabile attività di Agostino Pennisi si riversò in molte opere: dall’Osservatorio Meteorologico e Sismico Pennisi, costruito in una torretta appositamente creata nel palazzo Pennisi di piazza Leonardo Vigo; al sostegno ai Fratelli Sardella per l’espansione della fabbrica di sedie e mobili uso Vienna che, nella seconda metà dell’Ottocento, costituiva una delle maggiori industrie della nostra città; all’introduzione ad Acireale delle Piccole Suore dei Poveri, un istituto religioso che si occupava dell’assistenza dei poveri e degli infermi per le quali fece costruire l’Asilo delle Piccole Suore; alle Suore di Carità e all’Orfanotrofio dello Spirito Santo; al Ricovero dei trovatelli; al Collegio Santonoceto che grazie alla sua opera divenne uno dei più famosi istituti femminili dell’Isola; al Collegio di Santa Rosalia; all’Ospedale di Santa Marta; tutte opere da lui sostenute e volute. Sono le Terme a presentare appieno le capacità eccezionali di Agostino Pennisi.
La sua impresa più lungimirante fu la costruzione del complesso termale di Santa Venera ad Acireale. A cavallo della ferrovia e della stazione ferroviaria, tra piante e viali alberati, fece costruire uno stabilimento termale che ricorda i vecchi templi greci e di fronte, al di là della stazione, un imponente albergo (Grand Hotel dei Bagni) dotato di tutte le moderne attrezzature con direttori, chef e cuochi di rinomanza internazionale, cui in seguito si aggiunse anche un castello in stile medievale che sembrava materializzarsi dalle nebbie del tempo.
Tutti gli edifici erano inseriti in piazze larghe e spaziose ornate da alberi con viali alberati per il passeggio dei frequentatori delle Terme ritemprati da bagni di acque ristoratrici in vasche di marmo pregiato, tutto incorniciato dall’azzurro cobalto di un mare splendente dove scogli e faraglioni facevano rivivere la fantastica atmosfera delle leggende di Aci e Galatea… di Polifemo… dei Ciclopi. Un parco attorno alle terme e al Grand Hotel con un uso del verde moderno e innovativo se non avveniristico che faceva da cornice a un mondo fanta- stico pieno di reminiscenze storiche e leggendarie che oltre alle classi medio-alte siciliane ed italiane tanto attirava quanti: Inglesi, Francesi, Tedeschi, percorrevano la rotta del Gran Tour Aristocratico della Sicilia.
Nel 1873 l’inaugurazione ufficiale delle Terme e il fulmineo successo con l’afflusso di turisti provenienti da tutta Europa! Acireale, con l’inaugurazione delle Terme, diventò «un centro di interesse internazionale, iscrivendone il nome nel gran libro del mondo».
Agostino Pennisi di Floristella morì prematuramente. Le terme e l’albergo rimasero in seno alla famiglia sino al 1951 quando furono vendute alla Regione Siciliana.
Il lungimirante tentativo del barone Agostino Pennisi di Floristella, che cercò di accreditare Acireale come qualificata meta turistica internazionale, ben prima di quanto Inglesi e Tedeschi avrebbero in seguito fatto con Taormina, venne purtroppo limitato dalla sua prematura morte (8 agosto 1885), tuttavia l’eredità che lasciò avrebbe connotato Acireale sino a qualche decennio fa.
